La diastasi addominale: cos’è e come trattarla con la nutrizione PARTE 1

Diastasi” significa proprio allontanamento permanente di superfici muscolari od ossee normalmente contigue. La diastasi dei retti addominali consiste nella separazione eccessiva della parte destra dalla parte sinistra del muscolo retto addominale, le quali si allargano, allontanandosi della linea mediana. Quest’ultima è formata da tessuto poco elastico ma molto resistente che, se da una parte rende molto difficile la sua rottura, dall’altra, quando questa avviene, non permette di tornare facilmente alle sue condizioni iniziali.

Anatomia dei retti addominali

Il muscolo retto addominale, chiamato più semplicemente retto addominale, è uno dei muscoli principali della parete addominale anteriore.

Viene definito elemento muscolare pari: esiste infatti sia il muscolo retto addominale destro che il muscolo retto addominale sinistro. I retti sono separati solamente dalla cosiddetta linea alba (o linea mediana), una sottile banda di tessuto connettivo, priva sia di nervi che di vasi sanguigni, che si sviluppa longitudinalmente da sotto lo sterno fino alle ossa del bacino. Il retto addominale origina dal margine superiore del pube fino al processo xifoideo dello sterno e si sviluppa nella cartilagine costale della V, VI e VII costa della gabbia toracica.

La diastasi dei retti non è direttamente associata al parto cesareo, come comunemente si crede, ma dipende da altri fattori. La diastasi addominale è una conseguenza principalmente della gravidanza. La causa è dovuta allo stiramento del muscolo retto addominale, operato dall’interno, dall’utero in continuo accrescimento. La gestazione è infatti una delle cause principali della separazione dei muscoli retti addominali. Sia la pressione interna del feto che l’assetto di un nuovo equilibrio ormonale, favoriscono l’assottigliamento dei tessuti connettivi (da qui la creazione della famosa “linea alba”). Se la diastasi addominale si presenta in una gravidanza, maggiori saranno le probabilità che si ripresenti anche nelle successive. Tuttavia è fisiologico che, a non molta distanza dal parto, i tessuti connettivi siano rilassati. Dopo il primo periodo l’elasticità e la densità dei tessuti riprenderanno i valori iniziali e anche la profondità del buco e le sue dimensioni tenderanno a diminuire. Di norma, la separazione del muscolo retto addominale si risolve entro le prime 8/12 settimane dopo il parto, fino anche a 6 mesi. Se però l’addome rilassato perdura anche dopo, se si gonfia in maniera esagerata dopo ogni pasto, se non migliora nonostante attività fisica costante o se è presente un’ernia ombelicale, è probabile che si sia in presenza di una diastasi addominale post parto.

Solitamente i medici diagnosticano una diastasi addominale quando la distanza tra il muscolo retto addominale destro e quello sinistro è di circa un paio di centimetri. Una distanza inferiore viene considerata patologica.

La distasi fa in modo che i visceri siano meno protetti dalla fascia muscolare e quindi più a rischio di un eventuale trauma.

Tuttavia anche altri fattori possono determinare la comparsa della diastasi addominale. Obesità, sforzi eccessivi (dovuti ad un’attività fisica intensa) o anche una forma di diastasi congenita fanno sì che anche gli uomini siano soggetti a questa patologia.

Altre cause

Possibili ulteriori cause dell’insorgere di questa patologia sono:

▪ indebolimento muscolare;

▪ obesità;

▪ vecchiaia;

▪ eccessiva attività fisica;

▪ altre malattie che provocano conati intensi di vomito;

▪ tosse cronica.

In alcuni individui la diastasi è presente dalla nascita. Nei bambini è piuttosto frequente e tende a risolversi spontaneamente nei primi anni di vita. In rarissime eccezioni tuttavia, può verificarsi l’insorgenza di ernia ombelicale o ventrale, per le quali risulta necessario intervenire chirurgicamente.

Un esempio di diastasi

Una volta che i muscoli addominali perdono la loro efficacia, non sono più in grado di effettuare la loro funzione stabilizzante del tronco. Mancando la barriera naturale dei retti addominali, gli organi interni premono verso l’esterno dando alla pancia una caratteristica forma prominente e dando l’impressione di gonfiore che spesso viene scambiato anche per una nuova gravidanza.

Anche se erroneamente considerata da molti una patologia innocua o solamente estetica, le conseguenze che la diastasi provoca, sono importanti alterazioni nella meccanica del bacino che potrebbe predisporre a sovraccarichi e quindi problemi su anche, bacino e schiena.

Il cedimento della linea mediana che tiene uniti i due retti addominali e che funge da “cerniera” tra i due muscoli ha come risultato che la parete addominale non è più in grado di contenere con efficacia la pressione degli organi endoadddominali, con conseguente distensione dell’addome per la “fuoriuscita” degli organi interni. Inoltre, considerando che la funzione principale di questi muscoli è di contenere gli organi addominali, si possono avere ernie, soprattutto ombelicali, in quanto tali organi non incontrano più una certa resistenza.

Il caratteristico segno della diastasi addominale è anche una sorta di cresta (o “pinna”) che si forma in corrispondenza della linea alba e che va dal processo xifoideo della sterno all’ombelico e che si manifesta più evidentemente con la tensione dei muscoli dell’addome.

I sintomi “funzionali” che la diastasi dei retti può provocare sono:

* dolori alla schiena che si affatica più del normale a causa dell’instabilità della colonna o sensazione che sia debole e affaticata

* dolori alle anche e al bacino

* incontinenza

* ernia

* gonfiore

* nausea

* difficoltà digestive

* difficoltà respiratorie

* peristalsi molto evidente a occhio nudo

* postura da iperlordosi

* senso di pesantezza al pavimento pelvico.

E la nutrizione ?

Può la nutrizione in questo campo avere degli effetti importanti e terapeutici ? Assolutamente si, o meglio non ha un effetto terapeutico in quanto non può materialmente curare la diastasi poiché la distatsi è una vera e propria alterazione fisica e meccanica della parete addominale, tuttavia mantenere uno stile alimentare corretto che non favorisca la fermentazione eccessiva dei cibi a livello intestinale, e di conseguenza il gonfiore addominale, può aiutarci moltissimo e essere utile per mettere in evidenza il meno possibile il problema. Mangiare cibi facili da digerire e con azione diuretica è una buona strategia, così come mangiare lentamente e masticare bene il cibo, per favorire al meglio l’assorbimento e la digestione intestinale oltre ad evitare il più possibile di deglutire aria; anche regolarizzare l’intestino con evaquazioni quotidiane di feci morbide è molto importante e aiuterà la vostra pancia ad essere più piatta.

Quindi partiamo dalle cose pratiche e fondamentali, bere molta acqua aiuta a rendere più elastica la pelle, perciò inserire in dieta quotidianamente almeno 2 litri di acqua naturale e non gassata, oppure anche bere durante l’arco della giornata un thè leggero (es. thè verde o thè Bancia) o delle tisane di biancospino o castagno. Avere una buona flora intestinale è fondamentale, quindi per chi deve ristabilirla si all’uso di fermenti lattici ben mirati da caso a caso, oltre ciò anche aliementarsi quotidianamente ad es. a metà mattina con uno yogurt magro aiuta a mantenere equilibrata la piccola popolazione del microbiota intestinale che vive nella nostra pancia.

Si a carne, pesce, uova che devono quotidianamente arricchire il pasto sia del pranzo che della cena, attenzione invece ai legumi che facilmente fermentano e causano gonfiore eccessivo, per ovviare al problema si potrebbe provare a passarli nel passino, in quanto la fibra della buccia è quella che causa maggiormente il gonfiore.

Pasta e pane si, ma scuri, cioè integrali e ricchi di semi, che contrastano anche gli effetti dei picchi insulinici quando li mangiamo, evitate invece tutte le elaborazioni alimentari di carboidrati confezionati tipo, crekers, merendine, gallette, grissini, pancarrè, fette biscottate e pane confezionato, ecc. a colazione al posto delle fette potete usare del pane e tostarlo oppure dei cereali integrali a base di crusca con effetto intestinale assicurato.

Infine il piatto principe della vostra dieta dovrà essere la frutta e la verdura, meglio le verdure cotte piuttosto che quelle crude perché tendono a fementare un po’ di più, e la frutta meglio senza la buccia, cercare di mangiare Ananas a merenda tutti i pomeriggi perché contiene sostanze diuretiche ed anche antinfiammatorie, e kiwi a colazione che vi aiuteranno nella regoalrizzazione intestinale, aggiungete anche quotidianamente una piccola porzione di frutta secca, limitate i dolci e gli alcolici il più possibile, ed il gioco è fatto, risultati assicurati anche dopo 7 giorni.

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