Allarme pesto al botulino

L’ha diramato il ministero della Salute su segnalazione della stessa ditta produttrice. Il pesto è prodotto da Bruzzone e Ferrari di Genova per alcune grandi catene di distribuzione, ed è stato trovato in alcuni supermercati in provincia di Alessandria.. la data di scadenza riportata in confezione è del 9 agosto 2013 ed il numero di lotto è 13G03? parte e’ già stata ritirata ma non si esclude che alcune confezioni siano già state vendute.Ne dà notizia una nota del ministero della Salute.

La ditta ha immediatamente disposto il ritiro del prodotto in commercio e sono in corso gli accertamenti delle ASL per valutare l’estensione dell’allerta sul territorio regionale ed extra regionale.
La tossina botulinica è prodotta dal clostridium botulinum e risulta essere un veleno molto potente che può anche causare la morte di chi lo ingerisce, è opportuno che i consumatori che hanno acquistato il pesto della ditta Bruzzone e Ferrari non consumino il prodotto e lo restituiscano al punto di acquisto.
Nell’intossicazione da botulino vi può essere una progressiva paralisi dei muscoli, a cominciare da quelli del volto.
In generale veicoli dell’intossicazione possono essere:
– le conserve e le marmellate;
– gli insaccati preparati artigianalmente,
– i pesci,
– le carni,
– i vegetali sott’olio o in scatola,
– gli alimenti consumati crudi oppure cotti non a sufficienza,
– piu’ raramente, i prodotti alimentari industriali dove si e’ verificato un errore nel processo di preparazione e di conservazione.
Dato che il clostridium botulinum e’ anaerobio, ossia si riproduce senza aver bisogno di ossigeno, questo puo’ trovare terreno adatto alla proliferazione nelle conserve sotto vuoto qualora non siano stati seguiti alcuni accorgimenti.

Il clostridium botulinum e’ di per se’ inoffensivo. I problemi invece sono provocati dalla tossina; questa interferisce con l’acetilcolina, uno dei neurotrasmettitori che svolgono la loro attivita’ a livello delle terminazioni nervose periferiche, quindi per esempio, laddove i nervi si innestano nei muscoli.
In pratica la tossina impedisce la trasmissione degli impulsi nervosi che comandano la contrazione della muscolatura, causando quindi una paralisi dei movimenti del corpo.

A secondo della quantita’ di tossina ingerita, i sintomi possono manifestarsi a 6-8 ore dall’ingestione del cibocontaminato, o a distanza di 5-6 giorni. In media il batterio ha un periodo di incubazione di 2-3 giorni.
1. Nella fase iniziale dell’intossicazione, si manifestano disturbi comuni come: astenia, vertigini, nausea, vomito.
2. In seguito, quando la tossina si fissa alle placche neuromuscolari, compaiono i sintomi specifici del botulismo: paralisi progressiva della muscolatura che colpisce prima a livello del volto e poi scende verso la gola, il tronco, le estremita’ fino a provocare una paralisi respiratoria e cardiaca nel caso in cui non si riesca a bloccare in tempo l’azione della tossina.
3. Legati al meccanismo d’azione del botulino possono manifestarsi anche altri sintomi quali: visione doppia (diplopia), dilatazione della pupilla (midriasi), sensazione di formicolio al volto, problemi nell’eseguire de terminati movi menti con gli arti superiori, sensazione di mancanza di sensibilita’ al volto e al collo, difficolta’ a urinare (anuria) e a deglutire i cibi solidi e liquidi (disfagia).

Il trattamento mirato antitossina consiste sostanzialmente in iniezioni in vena di siero (un composto trivalente, che contiene le tossine contro i sierotipi A, B ed E).
Talvolta puo’ anche essere somministrata la penicillina perche’ questo antibiotico, pur non essendo in grado di rimuovere la tossina, e’ efficace nel bloccare la riproduzione del batterio, e quindi nell’impedire che l’intossicazione si propaghi scatenando complicazioni anche gravi.
Chi e’ allergico alla penicillina, in caso sia colpito dal botulismo, fara’ bene, quindi, ad avvisare il medico.

I CIBI A RISCHIO
Sono alimenti di uso comune destinati a essere conservati quelli che piu’ spesso provocano il botulismo, fermo restando che i casi sono comunque sporadici se si osservano le regole di preparazione.
Gli episodi sono piu’ spesso legati a una preparazione casalinga piuttosto che di tipo industriale; piu’ soggetti a provocare l’intossicazione sono gli alimenti mangiati crudi o che vengono cotti ma non consumati subito.
Ecco i principali:
– VERDURA E FRUTTA CONSERVATA SOTTO VETRO: fagiolini, funghi, pomodori, olive, mais, alcune marmellate;
– VERDURA FRESCA: accade, quando la verdura non viene pulita bene dalla terra: il batterio del botulino, infatti, ha una certa diffusione nel terreno;
– DOLCI preparati senza seguire le procedure di conservazione;
– SALSICCE, INSACCATI, CARNI AFFUMICATE: sono piu’ a rischio quelle di manifattura artigianale;
– MASCARPONE: i casi di botulismo legati al scarpone (come quello accaduto circa un anno fa) sono solitamente connessi a un errore nella procedura di conservazione;
– SUSHI GIAPPONESE E ALCUNI TIPI DI PESCE: si tratta di un problema che riguarda soprattutto gli Stati Uniti, dove si registra un elevato consumo di pesce proveniente dagli oceani.

Non e’ facile individuare la presenza del batterio negli alimenti dato che il cibo non risulta essere alterato ne’ nell’aspetto ne’ nel sapore.
Talvolta, invece, l’emanazione di cattivo odore o la presenza concomitante di altre muffe o microrganismi puo’ esserne la spia. Cosi’ come possono esserlo tappi o confezioni gonfie (indice della presenza di gas).
I° Gettare i prodotti conservati che presentino bolle sul coperchio e che, all’apertura, producano un rumore simile a uno schiocco, segno della presenza di gas. Cio’ non implica per forza che ci sia il clostridium botulinum, altri microrganismi possono esserne responsabili; in ogni caso il prodotto non va mangiato.
II° Attenzione al cattivo odore: puo’ essere segno dell’inquinamento da parte della tossina del botulino con altri microrganismi.
III° Lavare con attenzione tutto cio’ che e’ destinato a essere conservato, usando solo prodotti freschi.
IV° Non toccare un cibo se le mani sono “sporche” di quello che si e’ toccato prima.
V° Usare, per la conservazione, recipienti perfettamente puliti.
VI° Allegare a ogni vaso un’etichetta con la data di preparazione, in modo che sia sempre chiaro quando e’ stata preparata la conserva.
VII° Conservare i prodotti in un luogo fresco e al riparo della luce, controllandoli periodicamente.
VIII° Non consumare le conserve casalinghe prima che siano trascorsi 3 o 4 mesi dalla preparazione: sarebbe difficile individuare i segni della presenza del botulino.
IX° Una volta aperti i vasi, e’bene mangiare il contenuto entro breve tempo.
X° Dopo aver cotto un cibo, riporlo in frigorifero e, prima di consumarlo, scaldarlo a lungo.

Condividi su: